Situato ai piedi della collina di Montjuic, il CaixaForum di Barcellona, uno dei più rinomati centri culturali polivalenti del capoluogo catalano, è ospitato da quella che in origine era la Fábrica Casaramona. Realizzato tra il 1909 e 1912, il progetto fu commissionato dall’industriale tessile Casimir Casaramona y Puigcercós a Josep Puig i Cadafalch, uno dei maestri del modernismo catalano. La fabbrica tuttavia ebbe vita breve: nel 1919 venne chiusa, lasciando il complesso architettonico in abbandono per decenni. Nel 1963 ‘La Caixa’ acquistò l’immobile che il decennio successivo fu dichiarato di interesse culturale e dal 1998 al 2002 sottoposto a un intervento di restauro, ampliamento e adeguamento funzionale che ha coinvolto, in diverse fasi, vari architetti fra cui Arata Isozaki , a cui si deve l’ingresso attuale. Il patio in pietra calcarea è un omaggio al Padiglione Tedesco di Ludwig Mies van der Rohe, costruito per l'esposizione del 1929 proprio davanti alla fabbrica. Ne risulta un’intrigante commistione di stili e materiali che ospita oggi un ricco palinsesto di mostre d’arte moderna e contemporanea, attività didattiche, conferenze, concerti e spettacoli dal vivo.
Valorizzare il monumentale complesso edilizio, massimizzare l’integrazione tra luce e architettura occultando gli apparecchi di illuminazione e ridurre i consumi energetici è quanto si è proposto il progetto di illuminazione degli esterni realizzato da Albert Salazar di AIA e Michela Mezzavilla de reMM. Un nuovo impianto completamente a LED con apparecchi DALI, gestito da un sistema di controllo per consentire cambi di scena frequenti. Incassi Linealuce compact con ottica wall grazing, temperatura colore pari a 3000 K, indice di resa cromatica 80 e potenza 27 W, illuminano con luce radente le facciate in mattone, esaltando gli intagli degli elementi decorativi modernisti. L’effetto drammatico prodotto dai Linealuce è mitigato, nel caso della facciata principale su Avenida Marqués de Comillas e del prospetto prospiciente calle Méxic, dall’illuminazione generale dei proiettori Maxiwoody posizionati sui pali dell’illuminazione pubblica. I proiettori, con LED COB aventi una temperatura colore pari a 3000 K, hanno un’ottica media che grazie all’uso di accessori come rifrattori, diffusori e filtri antiabbagliamento viene modulata a seconda delle necessità collegate anche dalla ubicazione degli apparecchi. Il sistema di controllo DALI consente di regolare la proporzione tra luce radente
dei Linealuce e luce generale dei Maxiwoody. I percorsi interni sono invece segnati dalla luce verticale dei Linealuce Mini - di minori dimensioni rispetto ai compact ma anch’essi con ottica wall grazing - e delle tesate preesistenti, la cui sorgente tradizionale è stata sostituita da tecnologia led e integrata con rifrattore e alimentatore DALI per migliorare l’efficienza e la distribuzione luminosa senza inficiare l’illuminazione architettonica delle facciate. Nelle torri, infine, l’illuminazione radente è realizzata con apparecchi Linealuce compact, in questo caso con potenza maggiore rispetto ai precedenti - 35 W contro 12 W- con ottica wall grazing, posizionati sulla copertura delle navate dell’edificio, integrata nella parte superiore delle torri e negli elementi decorativi in ceramica, dalla luce prodotta dagli apparecchi di illuminazione originari modernisti.
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