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Il padiglione Emirati Arabi Uniti Expo Milano 2015



Lo studio Foster + Partners ha voluto non solo creare un edificio simbolo, ma costruire uno spazio che leghi  la storia degli Emirati e il tema dell’Expo. Salem Al Ameri, Commissario generale EXPO per il paese ha  sottolineato, durante la presentazione del progetto, come le scelte fatte derivino da una precisa strategia:  abbattere in ogni modo, quando è possibile, le emissioni di carbonio. L’edificio ha, infatti, raggiunto il LEED  ‘Platinum’ attraverso una combinazione di principi passivi e tecniche attive, dalla cattura dell’acqua piovana  sul roof garden, all’integrazione di celle fotovoltaiche. Committente The National Media Council, United  Arab Emirates Progetto architettonico Norman Foster+Partners Progetto illuminotecnico DALD- David  Atkinson Lighting Design Limited Il padiglione Emirati Arabi Uniti Ma anche il fatto che l’edificio sia stato  progettato per essere riciclato e ricostruito negli Emirati Arabi Uniti dopo l’Expo e che la presentazione del  progetto sia stata fatta con una conferenza stampa in diretta on-line che ha collegato Londra, Milano e Abu  Dhabi, eliminando i voli, rientra in questa strategia globale per abbattere la produzione di carbonio ed in  generale l’impatto umano sull’ambiente. 

Il progetto architettonico per il padiglione degli Emirati Arabi Uniti si rifà alle antiche modalità di  costruzione delle città del deserto e alla loro naturale efficienza energetica. L’illuminazione artificiale,  curata da David Atkinson, ha contribuito all’esaltazione delle forme architettoniche e al raggiungimento del  LEED Platinum, avendo utilizzato solamente apparecchi a LED. Il padiglione occupa una grande area lungo il  principale asse di circolazione, il decumano. Da qui, i visitatori sono attratti verso uno spazio che assomiglia  e vuole richiamare l’idea di un canyon, definito da due pareti ondulate di 12 metri di altezza. I  camminamenti che attraversano il padiglione richiamano le strette vie ed i cortili delle antiche città del  deserto, ma anche la loro reinterpretazione contemporanea già attuata da Foster+Partners nel masterplan  sostenibile per Masdar City ad Abu Dhabi. Le pareti si estendono per tutta la lunghezza dell’area, 40 metri,  in una serie di onde parallele, per evocare i crinali e la texture di dune sabbiose.

Per trasmettere l’identità  del luogo, la texture delle pareti deriva da una scansione presa nel deserto. Nella costruzione si sono  utilizzati materiali per rappresentare le diverse sfumature di sabbia degli Emirati. Lungo le pareti sono stati  installati degli incassi Light Up Walk Professional orientabili. Il materiale utilizzato è stato enfatizzato  dall’uso di particolari filtri che hanno scaldato molto l’originale temperatura colore di 2700 K, fino ad  arrivare a circa 2300 K. Una rampa conduce dolcemente verso l’alto, dall’ingresso verso l’auditorium. Lungo  la rampa sono stati utilizzati Laser Blade Inout che si mimetizzanno perfettamente e creano un richiamo  formale con gli altri Laser Blade usati all’interno del padiglione. Il paesaggio intorno al padiglione e nelle  aree di verde pubblico è stato progettato per evocare il terreno e la flora degli Emirati Arabi Uniti.

Per  enfatizzare gli alberi sono stati utilizzati apparecchi iPro. L’auditorium è contenuto in un tamburo al centro  del sito. Il tamburo è una parte spettacolare del progetto. È ricoperto con una particolare finitura metallica  su cui durante il giorno si riflette il paesaggio circostante, ma è esso stesso fonte di riflessioni sulle pareti  che richiamano le dune. Durante la notte, per ricreare questo effetto sono stati posizionati dei Linelauce ad  applique, tutto attorno al margine superiore del tamburo. I Linealuce, posti ad 11 metri di altezza, con un  effetto wallwasher, e senza effetto “scalopping” mimano la situazione che si ha durante il giorno con la luce  naturale. 

 


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Richiesta informazioni

  • Anno
    2015
  • Committente
    The National Media Council, United Arab Emirates
  • Progetto architettonico:
    Norman Foster+Partners
  • Progetto Illuminotecnico:
    DALD- David Atkinson Lighting Design Limited
  • Fotografo
    Anthony Pearson, Lorenzo Palizzolo