Il concept per il progetto architettonico della nuova sede di Bros Manifatture, azienda a cui fanno capo i marchi di gioielleria Brosway, S’Agapò, Rosato, Pianegonda, prevede una struttura a pianta regolare, caratterizzata da linee curve che determinano lo sviluppo degli elementi architettonici più distintivi, su tutti la copertura a sbalzo e la corte interna.
Gli ambienti di lavoro e gli spazi distributivi si articolano attraverso un'alternanza di interni ed esterni, ottenuta grazie all'impiego di ampie superfici vetrate e a un impianto architettonico estremamente fluido. Queste caratteristiche si traducono nella limitazione del ricorso all'impiego di luce artificiale e derivano dalla scelta della sostenibilità come principio base del progetto.
Le pareti esterne sono isolanti e costituite da vetri basso emissivi, non ci sono impianti direttamente alimentati a combustibili fossili, grazie alla realizzazione di un impianto fotovoltaico di 220 kW presente in copertura.
Dal punto di vista illuminotecnico la sfida maggiore è stata quella di trovare un connubio fra luce naturale e luce artificiale. L’edificio è permeato dalla luce naturale visto che è costituito prevalentemente da superfici vetrate: in alcune stagioni, considerati gli orari di lavoro, si gode pressoché per tutta la giornata lavorativa (h. 9 -18) di luce naturale e questo è un aspetto particolarmente apprezzato dagli utilizzatori degli spazi.
Come ulteriore elemento per la diminuzione dei consumi energetici l’illuminazione è gestita da un sistema di controllo che si basa sul protocollo DALI di tutti gli apparecchi e su sensori (forniti dall’impresa che ha seguito la realizzazione degli impianti). I sensori sono sia di presenza che di integrazione fra luce naturale e artificiale e quest’ultima viene attivata ed utilizzata solo quando effettivamente necessaria.
Tutta l’illuminazione degli interni dell’edificio è affidata a due tipologie di apparecchi che sono stati scelti in base alle caratteristiche architettoniche dei due ambienti principali che non sono separati, ma anzi in continuità: uffici veri e propri e corridoi e aree di connessione.
Nei corridoi, in cui è presente un controsoffitto, si sono utilizzati Laser Blade a incasso, nella versione a 5 celle, con ottica Wide Flood e temperatura colore di 3000 K; negli spazi in cui si trovano le scrivani e si opera con il videoterminale sono stati utilizzati invece iN60 con ottica MMO ed emissione verso il basso, a sospensione, in modo tale che le linee di luce sia di Laser Blade che dell’IN60 si trovassero alla stessa altezza, rafforzando ulteriormente il senso di continuità fra gli ambienti. Sulla zona della reception ritroviamo gli incassi Laser Blade, ma per fornire illuminazione a tutto il desk si è usato l’apparecchio lineare IN30, sempre a sospensione, puntando anche in questo caso alla continuità formale, ma variando le misure.
Nella sala conferenza troviamo invece solo Laser Blade a 5 celle che in questo caso hanno una temperatura colore di 4000 K che enfatizza il contrasto fra il bianco ottico dell’architettura e il colore scuro delle sedute e degli apparati tecnici come gli schermi.
Un effetto fortemente voluto e cercato è quello dell’effetto lanterna che ha permesso di non dovere installare apparecchi di illuminazione nella zona del patio interno che gode proprio della luce che fuoriesce. Incassi Linealuce illuminano dal basso la copertura a sbalzo, alleggerendola.
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