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Linea C della Metropolitana di Roma – Stazione San Giovanni

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Per la stazione di San Giovanni della Metro C, a Roma è riuscita quell’operazione, già portata a termine con successo in altre città come Napoli, e cioè rendere partecipe della configurazione degli spazi ciò che è stato ritrovato durante i lavori di scavo. A San Giovanni si è realizzata la collaborazione fra tutti gli elementi della filiera solitamente coinvolti in un processo edilizio: committente, costruttore, progettista, fornitori con in più il contributo della Soprintendenza e dell’Università, tanto che questa modalità integrata di gestire il progetto ha meritato un premio Inarch nell’ambito di RomArchitettura 6 che valorizza l’architettura contemporanea nel Lazio. San Giovanni è la prima “stazione museo” di Roma. Si comincia dall’oggi del grande atrio per immergersi nel passato: in quasi 30 metri di stratigrafia si ripercorre tutta la storia di quell’area fino alle paludi preistoriche ed in questi 30 metri i viaggiatori possono vedere quello che è stato trovato durante gli scavi. L’équipe di architetti dell’Università La Sapienza, diretta da Andrea Grimaldi e Filippo Lambertucci, ha rivestito tutte le pareti della stazione con pannelli in vetro su cui vengono narrate delle storie, per fare questo usano anche colori diversi, mettendo a confronto costantemente la storia del luogo con la storia della potenza dell’Urbe. Grande cura e grande attenzione è stata riservata quindi all’illuminazione che deve rispondere ai criteri di sicurezza e alla specifiche normative delle metropolitane, ma anche avere la qualità che si deve ad un luogo espositivo. Al livello del terreno, nel grande atrio si incontrano le ceramiche moderne, dal Cinquecento in poi, appartenute all’Ospedale di San Giovanni e gettate lì in un butto. In quest’ area è stato creato uno scenografico anello di luce con Underscore InOut realizzato con uno speciale schermo a bassa emissione di fumi per rispondere alle specifiche tecniche richieste in questo tipo di ambienti. Il cerchio luminoso contribuisce a caratterizzare con una sua presenza scenografica questo spazio di accoglienza e di smistamento, fornendo un’illuminazione generale integrata da apparecchi ad incasso Reflex. Scendendo si arriva poi al ‘piano corrispondenza’ dove nel I secolo d.C. c’era una tenuta agricola. A questo livello si è trovata una grande vasca per la raccolta e la redistribuzione delle acque, con un’infinità di anfore che servivano per la bonifica e tubature. Questi pezzi, di dimensioni notevoli, sono esposti in ampie vetrine in cui l’illuminazione è affidata a linee di luce Underscore ad alta resa cromatica, disposte lungo i parallelepipedi neri che costituiscono le basi su cui le anfore sono appoggiate; incassi Laser provvedono invece alla illuminazione proveniente dall’alto. I reperti di dimensioni minori, come anelli, monete, gemme sono esposti in bacheche incassate nelle pareti create ad hoc. Anche queste piccole bacheche sono illuminate con incassi Laser, la cui emissione luminosa in alcuni casi è integrata da Underscore Ledstrip tagliati a seconda della misura delle bacheche. All’ultimo livello, a 30 metri di profondità, arrivano i treni e qui troviamo le pareti decorate dalla vegetazione tipica delle paludi del Pleistocene. Per le banchine di questa zona iGuzzini ha prodotto delle speciali lampade ad incasso con fluorescenza, a bassa emissione di fumi, le cui dimensioni sono state calibrate sulle dimensioni dei pannelli del rivestimento delle pareti. Oltre alla illuminazione che mette in risalto i reperti ritrovati e valorizza il progetto di esposizione, c’è naturalmente un’illuminazione funzionale dell’ambiente e quindi l’illuminazione delle scale mobili è affidata a degli iN60 a sospensione così come per la zona dei binari. Il corrimano delle rampe di scale a fianco di quelle mobili è sottolineato con una linea di luce Underscore che alleggerisce lo stesso intervento architettonico, così come la luce diventa un elemento grafico all’interno dei pannelli esplicativi, in modo particolare quelli che raccontano la stratigrafia del luogo. Il risultato è una stazione che racconta la convivenza possibile di passato e presente, contribuendo a creare il senso di continuità e di appartenenza alla storia di una comunità.


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Richiesta informazioni

  • Anno
    2017
  • Committente
    Metro C scpa
  • Proyecto científico:
    The Special Department for the Colosseum and Central Archaeological Area in Rome - Rossella Rea with Irene Baroni, Anna De Santis, Francesca Montella, Simona Morretta. Archaeology Cooperative - Anna Giulia Fabiani
  • Proyecto museográfico y de ayuda al diseño de interiores:
    Metro C SCpA: Coordination Eng. Eliano Romani Design Manager; Diap Department, Sapienza Re-lab laboratory, University of Rome: Prof. Arch. Andrea Grimaldi, Prof. Arch. Filippo Lambertucci with Livio Carriero, Amanzio Farris, Valerio Ottavino, Leo Viola, Samuel Quagliotto
  • Realización de las obras:
    Metro C SCpA
  • Fotografo
    Luca Petrucci

Project Quote

"La luz, natural o artificial, es una herramienta fundamental para crear el carácter que identifica un espacio. En las zonas de tránsito de la estación S. Giovanni hemos pensado en un cielo virtual, un plano ficticio realizado a través de una teoría de barras luminosas. Su luminosidad anula las instalaciones superiores existentes, orientando la atención de los usuarios hacia las paredes verticales que se encargan de narrar la riqueza estratigráfica del espacio en su descenso vertical a 27 m de profundidad."

Andrea Grimaldi and Filippo Lambertucci

Prodotti usati: